Sala Ichòs Stagione 2019/20 Ultima, serenamente ultima, Stagione

In scena Ichos Zoe Teatro, Canio Loguercio & Alessandro D’Alessandro,

Piccola Compagnia della Magnolia, Fortebraccio Teatro, Leviedelfool,

Meridiano Zero

Con la consueta festa di apertura, Sala Ichòs ha presentato l’ultima, serenamente ultima, Stagione teatrale, giunta al suo 21° anno di lavoro indipendente.

Sei appuntamenti con sei compagnie diverse che nel corso di questi anni hanno condiviso e vissuto con Sala Ichòs passione, confronto, arte, semplicità e amicizia. Sei compagnie che si alterneranno sul palco di San Giovanni a Teduccio per raccontare, sempre nel loro modo unico e originale, storie di vita.

La stagione prenderà ufficialmente il via venerdì 22 novembre, fino al 24, con “Antigone”, una produzione Ichos Zoe Teatro, drammaturgia e regia di Salvatore Mattiello, con Giorgia Dell’Aversano, Giuseppe Giannelli, Rossella Sabatini e Ivano Salipante, musiche originali e suoni LA-Nu, Claudio Marino e Gino Potrano, costumi di Roberta Sorabella. Dalle note di regia: “Nell’indagare il più possibile le ragioni di Antigone, e quelle degli “Altri” della tragedia a lei più prossimi, la nostra messa in scena è pensata come il tentativo costante di ‘interrogare le ragioni del Mito’. La ‘tenuta tragica’ del gesto compiuto da Antigone diventa il tema centrale intorno al quale monteranno gli interrogativi e le riflessioni degli attori in scena. La costruzione sulla scena sottopone Antigone alla ‘prova del tempo’, e tutto il lavoro di scrittura procede attraverso un complesso meccanismo di relazioni e sottrazioni.

Sabato 30 Novembre sarà la volta della musica con Canio Loguercio & Alessandro D’Alessandro in “Canti, ballate e ipocondrie d’ammore”, premiato come Miglior Album in Dialetto con la Targa Tenco 2017.

Un concerto colto e popolare di “ballate e canzoni d’ammore” a fil’e voce fra struggimenti, giaculatorie, smarrimenti. Il mondo visionario-elettrico di Canio Loguercio, autore e interprete in scena, rivisitato da Alessandro D’Alessandro, autore degli arrangiamenti, in chiave acustica e loops ritmico-melodiche. Un racconto dolente e raffinato di uno dei più originali cantautori in napoletano – la lingua delle passioni – attraverso il respiro orchestrale di un virtuoso dell’organetto.





Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2020 vedremo in scena la Piccola Compagnia della Magnolia che tornerà a Sala Ichòs con “ENFANTS TERRIBLES – carteggi amorosi”, mise en espace a cura di Giorgia Cerruti in scena con Davide Giglio. Enfants Terribles attraversa un carteggio di lettere che Zelda Fitzgerald e Francis Scott Fitzgerald si sono scambiati per oltre vent’anni durante la leggendaria età del jazz americana, quando lei era ricoverata per schizofrenia in manicomio e lui usciva senza sosta da una crisi all’altra di alcolismo. Un’immersione profonda e spietata in una storia d’amore senza limiti, voluttuosa, pericolosa e struggente: lettere d’amore, di suppliche, di lontananze forzate, di egoismi e reciproche offese, di atti di devozione incondizionata. Un reading per voce e musica, con contaminazioni nelle sonorità elettroniche e anarchiche deviazioni verso atmosfere surrealiste. Sulla falsariga di questo reading la compagnia sta creando un ciclo vero e proprio di scambi epistolari tra “enfants terribles” che si sono amati, come Dino Campana e Sibilla Aleramo, Checov e Olga Knipper, Anaïs Nin e Henry James, Virgina Woolf e Vita.

15 e 16 febbraio Fortebraccio Teatro presenta “È solo amore” di e con Roberto Latini, musiche e suono a cura di Gianluca Misiti, luci di Max Mugnai.

Come spiega lo stesso Latini «La presentazione di questo spettacolo vorrei che fosse in forma di lettera. Le note non sono alla regia, alla drammaturgia, all’intenzione o al processo di lavoro. Sono righe che vorrei aggiungere alle vostre, nella dichiarazione di chiusura dell’attività e, se mi permettete, nella condivisione di un agire che ha smesso le parole, fatalmente, finalmente. Non ricordo quante volte siamo venuti in questi anni e non voglio contarle adesso. Mi piace pensare che sia stata una volta sola, ma nella moltiplicazione delle occasioni. Ricordo benissimo la prima, quindici anni fa; ricordo tutto e tutti e soprattutto il senso profondo del vostro stare, la condivisione alla quale ho cercato di aggiungermi ogni volta e l’essere famiglia oltre la vita di ciascuno. Ho per voi tutti un sentimento che sfida la vergogna, ho per voi tutti un’ammirazione, per voi e il vostro stare così altro, così alto, rispetto alle produzioni, gli algoritmi, le tournée e a quanto è diventato normale in questo lavoro. Quanto non è normale, in verità, se si fa la verità. Voi siete stati – e siete – un’eccezione: eccezionali. Vorrei portare il mio disarmo; anche teatralmente: scene senza lo spettacolo che le ha contenute, prodotte, immaginate. Scene spogliate, distillate, estratte, per merito o per cuore, senza pretesa, ragionamento. Senza precedenti, senza seguito. Un evento unico, per voi, diviso in due serate, come a farci eco a vicenda. Per celebrare la storia, la condivisione e la natura di uno spazio unico e fondamentale: Sala Ichos a San Giovanni a Teduccio. E voi tutti, tra le braccia. Grazie. Roberto».

Dal 6 all’8 marzo Leviedelfool saranno in scena con “Yorick Unplugged – della morte e del morire”, scritto, diretto e interpretato da Simone Perinelli, con le musiche originali di Massimiliano Setti e al violoncello Luca Tilli.

Amleto, atto V scena I. Un cimitero qualsiasi in Danimarca. Scavando la fossa per Ofelia viene ritrovato il teschio che un tempo fu Yorick, il buffone di corte di re Amleto. Svegliato dal “lungo sonno”, interpellato dal dramma, Yorick assiste dal sottosuolo allo spettacolo che si sta svolgendo proprio sopra di lui e intanto ci racconta il sottosuolo, il non visibile, ciò che si nasconde alla ragione umana, ciò che di solito riemerge nei sogni. Il sottosuolo di Yorick è uno spazio abitato dall’immaginazione, da un pensiero che è obliquo più che retto, da quei poeti definiti pazzi dall’altra versione dei fatti. Il sottosuolo si nutre dello scorrere eterno del dramma in superficie. Non è più il luogo della morte, ma quello della follia, dello sguardo sull’abisso.

La stagione si concluderà con Meridiano Zero che dal 20 al 22 marzo andrà in scena con “Lazarus”, di e con Marco Sanna e Francesca Ventriglia, regia di Marco Sanna, aiuto drammaturgia di Rossella Sabatini.

Due attori che si ritrovano in un teatro vuoto a recitare se stessi, il loro ruolo privo di qualsiasi utilità. Due figure che non hanno più nessun posto nel mondo e che tentano di non morire, nonostante la loro condanna sia già evidente.

Lo spettacolo ruota intorno a uno dei temi cari alla compagnia: il senso del teatro e dell’attore al di là del mestiere. In questo caso vediamo in scena una coppia di attori che dopo anni di palcoscenico, come risvegliati da morte apparente, non vogliono essere più considerati e ricordati per le loro interpretazioni, ma al contrario vorrebbero esprimersi come persone reali. Scopriranno a loro spese che la loro rarefatta verità, che meriterebbe forse di essere ascoltata, si perde nell’eco della sala deserta.



Sala Ichòs

Via Principe di Sannicandro 32/A – San Giovanni a Teduccio (NA)

Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra

Lo spazio è dotato di ampio e gratuito parcheggio.

Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

Orari: venerdì e sabato ore 21; domenica ore 19

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